Santa Marinella - Guida Turistica

CERCA ALBERGHI
Alberghi Santa Marinella
Check-in
Check-out
Altra destinazione


Hotel L'Isola Santa Marinella

Hotel L'Isola


.: DA VEDERE
Castello odescalchi Castello odescalchi
 Il Castello Odescalchi che, attorniato da palme e pini marittimi, domina il porticciolo turistico di Santa Marinella, sorge sui resti dell’antica Punicum e della Villa di Ulpiano. Ha una caratteristica pianta a tre torri angolari ed una, antichissima, centrale. L’alta torre cilindrica centrale fu costruita probabilmente a protezione del piccolo centro abitato che ivi sorgeva intorno all’XI secolo, provvisto di un centro di culto costruito, come vuole la tradizione, da una comunità di monaci basiliani, devoti a Santa Marina, giovane martire cristiana, che dette il nome alla località. Il Castello fu edificato nel XV secolo, inglobando l’antica torre cilindrica e reso più forte nel XVII sec. dalla costruzione dei bastioni. Le opere per la realizzazione di un grande porto, che avrebbe dovuto spostare su Santa Marinella parte del traffico di Civitavecchia, avviate nel 1634 da Papa Urbano VII, non furono mai completate. Il Castello fu proprietà dei Signori di Vico, Degli Anguillara, degli Orsini, dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia ed infine, dal 1887, degli Odescalchi, gli attuali proprie
IL MUSEO CIVICO DI SANTA MARINELLAIL MUSEO CIVICO DI SANTA MARINELLA
 Il museo civico di Santa Marinella ha sede nel borgo del castello di Santa Severa, nei locali denominati “La Polveriera”, “Il Caminetto” e “La Casa dei Somari”. Esso è suddiviso in due sezioni, didattica ed espositiva, e dispone di un laboratorio di archeologia. La Sezione Didattica illustra i principali luoghi di interesse storico-archeologico del territorio comunale, visibili anche attraverso plastici in scala che mostrano il santuario etrusco, la città di Pyrgi e il Castello di Santa Severa. Una parte del materiale illustrativo è dedicata al mare e comprende modelli di navi da guerra e da trasporto etrusche, greche e romane, la ricostruzione di una fiancata di nave romana con anfore, nonché una raccolta di vecchi strumenti di carpenteria navale. La sala espositiva è provvista di attrezzature audio-video oltre che di un punto vendita ed è predisposta per ospitare convegni a altre attività culturali. La Sezione Espositiva è nata con lo scopo di creare un centro di conservazione e di documentazione dei reperti archeologici rinvenuti nei fondali dell’antico litorale Cerite.
 Tra i reperti rinvenuti, che ci offrono un’ampia documentazione delle attività marittime svolte, sono numerose le anfore di epoca etrusca, romana, greca, spagnola e africana destinate al trasporto di vino, olio, salsa di pesce e frutta che documentano la distribuzione dei prodotti e le antiche rotte commerciali nel Mediterraneo. Tra gli altri oggetti è possibile vedere una lucerna in bronzo di epoca romana, ami e pesi da pesca, anelli da vela, ceramiche da mensa, un blocco di minerale ferroso proveniente dall’Isola d’Elba. Il Laboratorio di Archeologia, fornito di numerosi strumenti didattici per illustrare aspetti della vita antica e della ricerca archeologica, consente di partecipare, durante tutto il corso dell’anno, a programmi sperimentali di introduzione all’archeologia. Alcuni degli argomenti trattati riguardano la vita del castello medievale, la ceramica della preistoria, la pittura etrusca, lo scavo archeologico stratigrafico, a questo scopo, nel giardino, è stata allestita un’area destinata allo scavo di una stratigrafia simulata comprendente depositi preistorici etruschi e romani.
 Il museo dispone di materiale illustrativo oltre che in italiano, in lingua francese, inglese e tedesca. Tutti i giorni, in orari prestabiliti o a richiesta, dal museo partono le visite guidate alla “Pyrgi etrusca e romana”, comprendente il Museo Antiquarium Pyrgense, le Mura poligonali, la Cantina della Legnaia, e al Castello di Santa Severa, comprendente il Museo, il Borgo del castello, la Torre Saracena e il Battistero.
 Gli orari di apertura al pubblico in inverno sono dal martedì alla domenica dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:00; in estate dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 20:00; in luglio e agosto anche dalle 21:00 alle 24:00.
IL CASTELLO DI SANTA SEVERAIL CASTELLO DI SANTA SEVERA
  Dalla via Aurelia, al Km 52,500, percorrendo un suggestivo viale alberato in direzione del mare, si giunge al Castello di Santa Severa. Il centro, ricordato con il nome greco di Pyrgoi “Torri” viene definito dalla letteratura antica come ‘porto’ di Cesare, come ‘città’ e come ‘metropoli’ dei pirati tirreni dai tardi commentatori dell’Eneide di Virgilio. Sede di un importante santuario vi veniva venerata una divinità femminile, la greca Eileithyia, protettrice delle nascite o, secondo un’altra tradizione, con Leukothea, protettrice della navigazione. Nel 384 a.C. il santuario fu saccheggiato dal tiranno di Siracusa Dionigi I, che gli fruttò un ingente bottino in oro e argento. Colonia marittima romana nella prima metà del III sec. a.C., Pyrgi conservò la sua funzione portuale. L’ultima notizia pervenutaci dall’antichità classica è del poeta Rutilio Nomaziano che nel 416 d.C., navigando lungo la costa, ricorda la presenza di grandi ville nei luoghi ove un tempo era esistito un piccolo insediamento fortificato. Nel corso dell’alto medioevo, il nome della martire Severa ha probabilmente sostituito quello di Pyrgi. Il culto della Santa portò alla costruzione di una Chiesa detta di Santa Severa. Il Castello e la Chiesa nel 1608 furono donati dal Conte Gerardo di Galeria all’Abbazia di Farfa.
 Nel 1130 Santa Severa passa al Monastero dei Benedettini di San Paolo fuori le mura. Nel XIII sec. la proprietà del Castello e della Chiesa sembra essere divisa tra i monasteri Agostiniani e il nobile romano Giovanni Tinioso. Per circa due secoli avvengono frequenti passaggi di proprietà tra potenti famiglie romane. Alla fine del XV sec. il Castello entra a far parte dell’Ospedale di S. Spirito fino agli inizi degli anni ottanta quando diviene proprietà del Comune di Santa Marinella.
 L’intero borgo è delimitato da una cerchia muraria turrita, di probabile epoca medioevale. Al termine del viale alberato che porta al Castello, nel lato nord-orientale, sotto la Torretta della Porta, si apre l’arco, in blocchi di travertino sormontato dagli stemmi in pietra di Urbano VIII al centro e dei nipoti Cardinale Francesco Barberini a sinistra e Taddeo Barberini Prefetto di Roma a destra, dal quale si accede al Cortile della Guardia. Nel cortile, alla sinistra, si trova una casetta con lo stemma del Commendatore Guidiccioni, risalente forse al XVI secolo, chiamata Casa della Bambola. A sinistra della casa si apre il cancello che porta al Cortile dei Trottatori, alla destra si trovano la Casa dei Somari e la Casa dei Cavalli, una breve scala conduce alla Casa del Muratore. Ancora sulla destra un arco sormontato da una piccola edicola e affiancato da due merli, costruito nel 1696 in occasione della visita di Papa Innocenzo XII, consente di accedere alla Via del Castello. Continuando sulla destra si incontra un ampio ingresso dal quale si entra nel Cortile delle Barrozze. Lungo la Via del Castello, sulla destra, si trovano la Casa dei Forni, il Vicolo del Bacio, sulla sinistra un ampio giardino con palme.
 La via termina con un altro arco sormontato da cinque merli, ornato dallo stemma del Commendatore Racagni , sulla sinistra della facciata forse era murata un’iscrizione posta a ricordo della visita di Papa Urbano VIII e sotto è collocata una piccola fontana ricavata da una feritoia a forma di doppia croce, emblema del S. Spirito.
I PONTI ROMANI I PONTI ROMANI
 Nel territorio di Santa Marinella si conservano, ancora visibili, alcuni ponti della Via Aurelia, strada di collegamento tra Roma, l’Etruria costiera e la Liguria. Probabilmente fu fondata dopo la deduzione delle colonie marittime di Alsium, Pyrgi, Castrum Novum e Cosa, avvenuta tra il 273 e il 247 a.C. E’ probabile che la costruzione sia iniziata nel 241 a.C., anno in cui fu censore C. Aurelio Cotta, nominato in un cippo miliario scoperto presso Vulci, a Forum Aureli, dove terminava il tratto più antico della Via.
 I resti dei ponti, edificati in età tardorepubblicana, conservano le tracce di successivi interventi di restauro e di rifacimento.
 Al Km 59,700 della via Aurelia, a fianco del cancello che reca il numero civico 138 è stata posta una “Stele” di marmo, trovata in due frammenti in un pozzo poco distante, alta circa due metri con iscrizione latina.
 Imp(erator) Caesar / L(ucius) Septimus Severus/ Pius Pertinax Aug(ustus) / Arabicus Adiabenic(us) / Parthicus Maximums / trib(uniciae) potestatis XIV Imperator XI co(n)s(ul) III / pater patriae et / (Im)p(erator) Caesar / M(arcus) Aurelius / Antoninus / Pius Felix Aug(ustus) / trib(uniciae) potestatis IX / consul II p(ater) p(atriae) / Parthicus Maximus / Brittannicus / Maximus / pontem Apollinis / maris et fluminum / violentia eversum / a fundamentis pecunia / sua fecerunt
 Il testo commemora il rifacimento di un “Ponte di Apollo” distrutto dalla furia del mare e dei fiumi, voluto dagli Imperatori Settimo Severo e Caracolla, regnanti nel 205, con un probabile aggiornamento avvenuto nel 210 d.C. I resti del ponte di Apollo, ancora interrato, a tre arcate con andamento curvilineo, si conservano press il Fosso di Castelsecco, tra la via Aurelia e il mare.
VILLA ROMANA DELLE GROTTACCEVILLA ROMANA DELLE GROTTACCE Al Km 58,200 della via Aurelia, sul piccolo promontorio prospiciente il mare, si trovano i resti di una villa d’otium di età imperiale che in origine doveva occupare uno spazio di circa un ettaro e mezzo. La villa marittima viene identificata da molti studiosi di topografia antica come il luogo dell’antico porto di Panapione. Oggi è visibile una sala rettangolare con abside pavimentata a mosaico, forse parte della zona termale; un criptoportico rettangolare, con ambienti centrali pavimentati in marmo, culminante in un loggiato con arcate successivamente chiuse. Accanto al criptoportico si allineano quattordici cisterne rettangolari con volte in calcestruzzo, in origine alimentate da qualche sorgente vicina e successivamente adibite a depositi. Tre pozzi circolari costruiti in opera reticolata servivano ad attingere l’acqua dall’alto. La zona residenziale, posta nei piani superiori, è completamente distrutta dall’erosione del mare e degli agenti atmosferici. La grande peschiera, di fronte alla villa, di forma semicircolare articolata in una serie di vasche interne destinate all’allevamento di pesci e molluschi, collegata al mare tramite canali, oggi è sommersa. Le murature della villa ed i materiali cementiti recuperati nel corso degli scavi e nello specchio d’acqua antistante, fanno ipotizzare che le prime costruzioni risalgono alla metà del I sec. a.C. e che sia stata frequentata fino al VI sec. d.C.
CASTRUM NOVUMCASTRUM NOVUM  Colonia marittima romana, dedotta nel 264 a.C., fu fondata a difesa della costa settentrionale del territorio ceretano; forse ripopolata sotto Cesare, poiché viene ricordata nelle sue iscrizioni come Colonia Iulia Castronovana. Posta sul mare al Km 64,000 della via Aurelia, tra Torre Chiaruccia e il Casale Alibrandi, doveva avere una pianta rettangolare, a castrum, circondata da mura, come la Pyrgi romana. Si calcola che la sua estensione doveva raggiungere circa dodici ettari. Gli scavi, non regolari, iniziati a partire dal XVIII sec. portarono alla scoperta di strutture di età imperiale quali un teatro, la curia, un archivio, delle abitazioni, una strada suburbana con sepolcri, un’ara sacra ad Apollo e un acquedotto pubblico. Edifici non individuabili ma ricordati nelle iscrizioni latine rinvenute nel sito. Avanzi di strutture murarie in calcestruzzo e in opera reticolata e laterizia, pavimenti e fognature, sono visibili lungo la costa. I documenti epigrafici ci informano dell’esistenza dei decuriones (membri del senato della colonia), duumviri quinquennales (supremi magistrati della città), Augustales (sacerdoti addetti al culto imperiale), magistri vici (amministratori di quartiere). Tra i frammenti architettonici e scultorei rinvenuti ricordiamo un erma di Aspasia velata, una piccola statua di Bacco, alcune statue di imperatori (Clodio Albino; Lucio Vero) e, a seguito della scoperta avvenuta nel 1778, l’interessante scrigno contenente 122 monete d’oro, databili nel I e II sec. d.C. Materiali dell’età del ferro (IX sec. a.C.) e di epoca etrusca arcaica, documentano che il sito era già frequentato in epoca antecedente a quella romana e che il punto di approdo di Castrum Novum fosse già attivo in epoca etrusca.